La vittoria della Coppa Italia di A2 e degli splendidi playoff con la maglia di Scafati sono solo gli ultimi tasselli di un mosaico, quello della carriera di Massimo Rezzano, pieno di soddisfazioni: ampi spazi in B, un posto in A2 conquistato un passo alla volta fino ad essere un elemento di peso di una delle migliori squadre della serie cadetta. Quindi, a 34 anni, il ritorno in Serie B per vestire la maglia della Bakery Piacenza.
“Lo ammetto, non è stata una scelta facile, però mi sono sempre piaciute le scommesse ed i progetti. Quest’anno mi ritrovo a vivere entrambe le cose: a Piacenza c’è un progetto che vuole essere portato avanti seriamente grazie ad un Presidente fortemente convinto nel voler raggiungere i propri obiettivi, e questa è una cosa fondamentale. Una scommessa poi su me stesso: è bello ed importante a 34 anni trovare stimoli nuovi. La scorsa è stata per me una stagione molto stimolante, con la vittoria della Coppa Italia e la semifinale contro quella Brescia che poi ha vinto il campionato. Venendo qui cambio ruolo, mi auguro di poter essere più protagonista: a 34 anni, con la grande passione che ho per il basket, è un’idea che mi alletta molto”.
La stagione alle porte si prospetta piena di insidie, visti i valori in campo in questa Serie B.
“Vero, sarà una stagione veramente complessa, siamo nel girone più difficile della Serie B, inutile girarci attorno. Ci sono almeno 4 squadre costruite per salire, ma anche le altre squadre hanno nel roster diversi giocatori veramente forti. Mi aspetto quindi un campionato equilibrato: noi non avremo paura di nessuno, ma ci sarà da tenere alta la concentrazione ogni fine settimana. Speriamo di divertirci”.
E’ iniziato il lavoro di creazione della squadra: un mix di esperienza e gioventù per provare a far bene.
“Stiamo costruendo un bel gruppo molto unito ed in grado di assimilare molto in fretta sia le indicazioni del coach che le nostre idee. E’ trascorsa solo una settimana dall’inizio ma stiamo già iniziando ad esprimere qualcosa sul campo. Questo è gruppo nuovo, servono tempo, pazienza e tanto impegno da parte nostra, però posso dire d’aver trovato ragazzi propensi a questo e già uniti. Si percepisce fin da subito se un gruppo può unirsi o meno: il nostro è uno di quelli che può lavorare bene insieme”.